Qui trovi alcune delle domande più frequenti che ci vengono poste da chi sta avviando un’attività, sviluppando un progetto digitale o vuole gestire meglio la propria impresa.
Le risposte che abbiamo raccolto sono pensate per offrirti spunti pratici e aiutarti a orientarti nelle prime scelte.
Ogni situazione, però, è diversa: per questo ti consigliamo sempre di confrontarti con un commercialista di fiducia prima di prendere decisioni importanti.
Quando devo aprire la Partita IVA se vendo online o creo contenuti?
Se l’attività è abituale, organizzata e ripetuta nel tempo (non importa quanto fatturi), sei obbligato ad aprire Partita IVA.
Devo pagare IVA se uso piattaforme come Gumroad o Paddle (Merchant of Record)?
Anche se l’IVA è gestita dal MoR, tu devi comunque dichiarare i redditi in Italia. La Partita IVA è spesso necessaria.
Devo dichiarare le criptovalute anche se non ho guadagnato?
Sì, il solo possesso va dichiarato nel Quadro RW, anche senza plusvalenze.
Come posso evitare problemi fiscali se opero con NFT, token o cripto?
Dichiarare tutto correttamente e conservare documentazione tracciabile fin dal primo acquisto.
Se faccio dropshipping devo aprire Partita IVA?
Sì, il dropshipping è considerato attività abituale: serve Partita IVA e attenzione a IVA e dogane.
Cosa succede se importo merci senza documentazione doganale corretta?
Rischi multe e sanzioni anche gravi. Serve sempre sdoganare e gestire IVA/import.
Sono amministratore di società: devo comunicare il mio domicilio digitale?
Sì. Dal 1° gennaio 2025, ogni amministratore o liquidatore di società (di capitali, di persone, cooperative, consortili) ha l’obbligo di comunicare il proprio domicilio digitale (PEC) al Registro delle Imprese.
Sono nel regime forfettario: devo versare l’IVA?
In linea generale, no.
Se sei nel regime forfettario, non addebiti né versi l’IVA sulle tue fatture e non puoi detrarla sugli acquisti.
Ma c’è un’eccezione: il reverse charge.
Semplificando: se con la tua attività acquisti da fornitori esteri (es. Google, Meta, piattaforme IA UE o extra UE), devi integrare la fattura con l’IVA italiana e versarla tramite modello F24.
Lo stesso meccanismo si applica anche ad alcune operazioni con fornitori italiani: quando ti riparano la caldaia dello studio professionale o quando ricevi la fattura dall’azienda delle pulizie.